“Apprendiamo che a livello nazionale le forze politiche affermano, sulla base dei dati appena usciti, che il problema della disoccupazione si va in parte risolvendo, con una riduzione del tasso di senza lavoro specie fra i più giovani. Ma questo fatto non vale per la provincia di Ascoli Piceno, dove non abbiamo gli stessi numeri positivi e la disoccupazione resta a livelli record, con 30 mila persone senza un impiego.” Lo afferma il segretario regionale dell’Unione sindacale di base, Andrea Quaglietti. “ Nel Piceno negli ultimi anni non sono state create nuove attività industriali e quelle poche rimaste- che sono tali grazie alle lotte fatte dai lavoratori – non hanno aumentato gli organici. E quindi tutto il sud delle Marche continua ad avere gravi problemi occupazionali ed economici, ed è solo grazie alla rete familiare e spesso ai pensionati presenti nei nuclei familiari che le difficoltà enormi di migliaia di persone vengono superate. “ Per il segretario Usb occorre capire “quali siano le responsabilità di questa situazione drammatica. Ci domandiamo per esempio dove siano a andati a finire i molti soldi dei bandi per il sostegno alle imprese o quelli dell’Area di crisi industriale complessa, annunciati da mesi come la panacea di tutti i mali ? Sono arrivati sul territorio o no? Sono stati impiegati per fare nuovi investimenti e rilanciare progetti di occupazione o no? Noi dell’USb al momento constatiamo solo che la provincia di Ascoli Piceno resta con 30 mila disoccupati e rappresenta ancora il fanalino di coda delle Marche. “ Secondo Quaglietti la grande maggioranza dei migliaia di disoccupati espulsi dalle fabbriche o dalle attività commerciali e dei servizi nella zona “non hanno trovato nuove possibilità di impiego, e questo perché mancano alternative e anche perché molti di essi hanno una fascia di età alta, compresa tra i 45 e i 55 anni, e quindi sono scartati dalle aziende perché senza incentivi. Il dramma è che è molti si ritrovano anche senza lavoro e senza cassa integrazione, e pure lontani dall’età pensionabile e quindi del tutto scoperti. Una situazione di emergenza per centinaia di famiglie con figli che va affrontata subito. Tutto questo è avvenuto – conclude Quaglietti – perché il territorio piceno non è rappresentato politicamente ai livelli più alti, e quindi resta escluso dai grandi flussi finanziari e dai sostegni necessari a far ripartire l’economia locale. E’ urgente cambiare strada”.