Gaetano Monachello è atteso nel reparto attaccanti. Con il colpo arrivato da Palermo via Atalanta, il calciomercato delle punte bianconere in entrata sembra più che chiuso, con una grossa e virtuale pacca sulla spalla tra ds Giaretta e mister Cosmi, felici di aver completato il tutto in pochi giorni. “Gaetano arriva con la formula del prestito con riscatto e contro – dice Giaretta in sede di presentazione – Quello che ci è piaciuto dalla prima telefonata è stata la voglia e la determinazione. Pensiamo che sia arrivato il momento giusto per la sua definitiva esplosione. Nella prima chiamata mi ha detto che era “avvelenato”, non solo motivato”.
La palla ed il microfono passano poi a Monachello stesso, per le sue prime dichiarazioni da giocatore dell’Ascoli Picchio: “Quello che ho detto al telefono al direttore sono parole sincere, non di circostanza, ci tengo a precisare. Ringrazio Dio perché avevo opportunità di scelta e se sono venuto qui è perché credo che sia la piazza adatta. Io ho fame, ho 23 anni ed ho voglia di lottare. Quando stava partendo la mia carriera ho avuto dei problemi al Bari e il tiro si è abbassato, potevo fare l’europeo Under 21 ma l’ho perso. Le cose cambiano e adesso voglio ripartire. L’organizzazione qui è ineccepibile, simile all’Atalanta nel senso che non manca nulla. La maglia per me è come la ragazza: se me la toccano la difendo”. Monachello ha scelto il numero 45, e c’è un motivo: “Non c’entra con altri calciatori, ma è una storia lega a mio nonno”.
“Sono arrivato ieri e mi ha colpito molto la voglia del mister – continua Monachello – ho percepito grande voglia di salvarsi. Mi ha colpito tanto la cura dei dettagli dello staff. Devo ringraziare i compagni perché di solito si formano dei gruppetti dove è difficile inserirsi, invece qui no: quando esci il primo giorno dallo spogliatoio con la voglia di tornarci è bello. Con Rosseti ci ho giocato contro e c’è un aneddoto: quando giochiamo insieme lui segna sempre. Anche Ganz è in cerca di riscatto ed è un grande attaccante”. Cosmi prenda nota. “La Serie B? Dobbiamo essere umili ma ci vuole carattere. Occorre rimanere in equilibrio. Mi sento pronto per essere qui e dare tutto, anche perché al livello umano e di calciatore le mie esperienze all’estero mi hanno fatto crescere e devo metterle anche a disposizione. Cittadella? Squadra molto organizzata, bisogna stare attenti. Soprannome “Kun”? Anche questo è nato in Nazionale e c’entra anche Rosseti. Di Biagio scherzava sul gol che avevo fatto ed è rimasto questo soprannome, anche nei gruppi What’s App. Ripeto, Ascoli è una piazza dove per un giocatore c’è tutto, qui se le cose andranno bene si farà vero calcio e si andrà molto avanti”.
Matteo Rossi