Erano le ultime ore del calciomercato estivo quando il ds Cristiano Giaretta insieme ai componenti della squadra mercato bianconero depositavano in Lega il contratto di Giovanni Pinto. Terzino, classe ’91, dal Parma, passando per l’ultima esperienza a Monopoli in Serie C. Nella prima conferenza stampa di presentazione colpisce la serenità e l’umiltà di essere dentro a questa avventura: “Sono orgoglioso di potermi giocare questa opportunità”. Le prime (e poche..) parole di un’avventura in crescendo, il tutto mentre apriva e chiudeva la porta a chi entrava in sala stampa per intervistarlo. Come a dire: “Chi sono io più di voi? Solo perché gioco a calcio?”.
Da quel giorno, passato più a rimpiangere Cacia venduto in extremis al Cesena, la Pinto-mania ha toccato l’apice ieri sera al Del Duca, nel corso del match salvezza contro l’Entella. All’uscita dal campo, dopo aver dato tutto, dagli spalti densi di popolo ascolano è partito il coro “Pinto! Pinto!”. un lusso riservato a pochissimi giocatori bianconeri (Lanni, Mengoni e Favilli attualmente). Arrivato come vice Mignanelli, Pinto è passato da termine di paragone per chi non ha visto una degna campagna acquisti (“Dove andiamo con Pinto?!”) a far ricredere tutti circa il suo impegno in ogni momento di questa stagione. Il bagno di folla all’uscita dallo stadio è stato secondo solo a quello di Serse Cosmi. Pinto è in prestito secco con opzione. Dall’ultima ruota del carro al capotreno. Giovanni Pinto, l’emblema che ad Ascoli non serve essere Cafù o Serginho, “basta” dare il massimo. E i tifosi, sicuramente, ti daranno indietro più del loro massimo.
Giovanni “Joao” Pinto chiude così, sul suo profilo Instagram, con una frase da vecchio saggio: “Chiunque può arrendersi, è la cosa più semplice del mondo. Ma resistere quando tutti gli altri si aspettano di vederti cadere a pezzi, questa è la vera forza”.
Matteo Rossi
[Foto da Facebook/Enea Vitagliani]