Ecco le parole di Francesco Bellini in conferenza stampa sulla cessione della società Ascoli Picchio: “Avevo preannunciato molto tempo fa che eventualmente sarei uscito dall’Ascoli e forse doveva essere fatto circa un anno fa. Non è stata una una decisione facile, qui c’è tutta la mia famiglia che può testimoniarlo. Abbiamo iniziato a contattare diversi acquirenti. La prima cosa che vi voglio annunciare è che è stata completata la cessione di Favilli. Sento dire che ho guadagnato qui ad Ascoli, ma in realtà ci ho rimesso 10 milioni di euro e senza le vendite di Favilli ed Orsolini sarebbero una ventina. La prima proposta è stata di Re Outside e c’è stato un accordo di principio saltato poi dalla nostra parte. La seconda è stata Bricofare con un accordo che ora è in principio ma non ancora finale. Tra i vari punti da definire c’è anche il Picchio Village. Il presidente sembra che sia molto interessato, così come altre persone che conoscete benissimo, verranno e prenderanno il controllo della società se arriverà l’accordo. Poi c’è stato un gruppo di avvocati romani, era il gruppo in vantaggio, ma i costi per mantenere la Serie B li hanno fatti ripensare. L’unico modo per stare bene è fare quello che abbiamo cercato di fare noi, avere giovani e nel miglior modo possibile. Finché non ci sarà la firma tutto andrà avanti normalmente. Cardinaletti andrà via a fine mese e voglio assicurare tutti, dall’allenatore, alla squadra e anche i debitori: tutti saranno pagati prima della mia partenza. Se salta questa trattativa? Sarò qui ancora per un po’ di tempo finché non avrò trovato qualcuno che vuole farlo. Gli accordi di principio non vanno annunciati, io non l’ho mai fatto. Poi si alimentano tante sciocchezze e per questo sono qui a parlare anche nei dettagli. Noi siamo persone serie e nel nostro mondo devi essere così. La presunta nuova società verrà qui e magari darà delle indicazioni su come si potranno fare le cose, ma finché non vendo non possono fare nulla. Qui in Italia, se un presidente ha due società, di accorpare e spolpare i profitti, creando una sola società o cose del genere. Io non ne sono capace, io non posso fare questo. Se dovessero comprare questa società così sarebbe un grande affare. L’iscrizione al campionato? Quello lo facciamo noi. Cardinaletti andrà via, su Giaretta e Cosmi decideranno i nuovi. I riscatti li faremo, stiamo cercando di prendere Pinto. La decisione è stata sofferta, almeno sei o sette altre realtà ci hanno contattato per acquistare l’Ascoli. Per adesso io e mia moglie rimaniamo per vedere se entro 30 giorni Bricofer andrà in porto ma ripeto, non abbiamo nessuna carta scritta. Oliva? Discorso chiuso, questo era almeno firmato ma poi è stato ampliato e la proposta non è stata accettata. Quanto costa l’Ascoli? Il numero non lo posso dire. Posso dire che costa meno di 3 milioni e mi sono sorpreso che nessun investitore ascolano si sia fatto avanti. Poi mantenerlo è un problema. Chi compra sarà obbligato per 5 anni alle stesse cifre a rimanere con gli stessi accordi per il Picchio Village. Io venderò il mio 90% e il resto rimane quindi i soci hanno una prelazione di acquisto, e se vendo io possono vendere le quote anche loro o andare avanti. Il gruppo romano per i costi di gestione si è fatto indietro, ma era un gruppo interessante”.
Matteo Rossi