Finalmente e arrivata un bando di finanziamento che aiuta le piccole imprese danneggiate dal terremoto. E stato presentato il bilancio delle diverse attività che sono state svolte dalla Cna Picena nell’arco di quest’ultimo anno. A presiedere la conferenza Gino Sabatini, presidente del nuovo ente della Camera di Commercio unica nelle Marche, Luigi Passaretti presidente della Cna Picena, Francesco Balloni direttore generale, Vincenzo Brutti di FederMarche e Leo Crocetti, presidente dei geometri. Secondo i loro dati, quello in corso è in assoluto il primo periodo di ripresa per l’economia della nostra provincia.
Stando ai dati elaborati per la Cna Ascoli dal Centro Studi regionale del Cna delle Marche, al 31 dicembre 2017 le imprese attive erano 21 mila, al 30 settembre sono aumentate arrivando a 21,096 .“Ci sono ancora molte criticità sopra tutto a livello occupazionale che non sono ancora in linea con il trend positivo relativo al numero delle imprese. Abbiamo però anche un dato positivo: legato sopratutto al terremoto perché diverse aziende sono venute da noi ad aprire la partita iva. Dobbiamo essere contenti di questo aspetto, ci sarà l’attrazione della ricostruzione e quindi nuove opportunità”.
Passaretti continuando nella sua analisi ha parlato non solo di terremoto ma anche delle opportunità contenute nei bandi regionali e dell’importanza di sostenere le eccellenze del territorio.
Per la ricostruzione post sisma :Il presidente dell’organizzazione dei geometri Leo Crocetti ha ricordato la sua esperienza pregressa nei terremoti del ’97 a Macerata, del 2009 all’Aquila e del 2012 in Emilia Romagna. Per quello del Centro Italia si è detto “molto pessimista per tutto quello che è accaduto in questi due anni”.
“Nel ’97 – ha ricordato – in 5 anni ricostruimmo tutte le opere, questa volta sono passati oltre due anni e i dati sono scandalosi. Parlando di numeri, abbiamo in tutto il cratere 75.000 fabbricati lesionati, di cui 48.000 solo nelle Marche quindi il 62% di danni totali. Abbiamo avuto 58.000 sfollati, attualmente ne sono rimasti 32.000 nelle Marche per una spesa di 240 milioni” ha spiegato Crocetti criticando la lentezza dei sopralluoghi e le nomine dei commissari che si sono succedute in questi anni.
“Ad oggi, – ha aggiunto – abbiamo 2500 i cantieri aperti nel cratere su 75.000 di danni privati. Ad Ascoli e Macerata evadono mediamente 30 pratiche a settimana, ad Ascoli 12 e a Macerata 20. Nella provincie di Ascoli e Fermo abbiamo 1400 pratiche presentate e 476 ammesse al contributo”. Un passo avanti secondo Crocetti può essere letto nel decreto Genova e nella mini sanatoria.
Riduzione del fatturato delle imprese durante il terremoto:
Vincenzo Brutti di Federmarche ha spiegato che ci sono state due fasi principali: “una è stata quella dell’emergenza, che è durata poco, e nella quale le aziende o hanno azzerato il loro fatturato o sono andate avanti con nuovi investimenti. La seconda è quella attuale, dove si deve agire sulla ricostruzione, le imprese devono ripartire o con il sostegno economico o con gli aiuti offerti dallo Stato”. In questo contesto si innesta il bando rivolto alle piccole e micro imprese all’interno dei territori colpiti dal sisma.
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Bando per le micro-aziende colpite dal sisma : Francesco Balloni ha spiegato che è stata fatta “un’analisi legata a quanti adempimenti deve fare un’impresa per avviare l’attività e oggi verrebbe da dire che chi diventa imprenditore e titolare di partita iva, spesso è un eroe. Dal 2017 al 2018 abbiamo avuto un + 96 nella Provincia di Ascoli; un dato differente rispetto agli altri territori. – ha aggiunto – Questo fa sperare in una creatività legata anche al discorso delle start up. Ci aspettiamo molto sull’aspetto della ricostruzione anche con la crescita di imprese edili che ci sono state nel territorio”.
L’obiettivo dell’agevolazione è sostenere la ripresa nelle aree che sono state colpiti dagli eventi sismici del 2016. I soggetti beneficiari sono imprese di qualsiasi settore iscritte al registro con una o più unità produttive collocate nei comuni del cratere.
Le spese ammissibili sono:
“il suolo aziendale e le sue sistemazioni” (spese ammissibili nel limite del 10 per cento dell’investimento complessivo agevolabile);
- “le opere murarie ed assimilate nonché le infrastrutture specifiche aziendali, inclusi l’acquisto o la realizzazione di nuovi immobili o l’ampliamento di immobili esistenti, purché strettamente funzionali al ciclo produttivo caratteristico dell’impresa”;
- “i beni materiali ammortizzabili di qualsiasi specie funzionali al ciclo produttivo caratteristico dell’impresa” (sono ammessi anche i contratti leasing, ma solo in relazione alla quota di capitale dei canoni che sono pagati nel periodo di ammissibilità; non costituiscono spesa ammissibile gli altri costi che sono connessi al contratto, quali ad esempio interessi, tasse, spese generali);
- “i brevetti e gli altri diritti di proprietà industriali funzionali al ciclo produttivo caratteristico dell’impresa”;
- “i programmi informatici esclusivamente connessi alle esigenze di gestione del ciclo produttivo caratteristico dell’impresa”;
- “per le sole piccole e medie imprese, i costi relativi all’acquisizione di servizi di consulenza connessi al programma di investimento produttivo”.
Il costo complessivo del progetto ammesso alle agevolazioni dovrà essere compreso tra un minimo di 20.000 euro ed un massimo di 1.500.000 euro.
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