Venerdì 1 febbraio prosegue al Teatro Sanzio di Urbino la stagione promossa dal Comune con l’AMAT con Aminta di Torquato Tasso diretto da Antonio Latella, regista della scena internazionale e direttore della Biennale di Venezia Teatro. Lo spettacolo – in scena sabato 2 febbraio anche al Teatro dei Filarmonici di Ascoli Piceno(ore 21 – info 0736 298770-334 6634432) è prodotto da stabilemobile ed è realizzato in collaborazione con AbitiAMO le Marche, un progetto promosso da MiBAC, Consorzio Marche Spettacolo e AMAT con il Comune di Macerata ed Esanatoglia per sostenere la ricostruzione per le comunità colpite dal sisma.
Le suggestioni di Antonio Latella portano la Compagnia Stabilemobile a confrontarsi con il grande autore italiano, partendo dalla compresenza in esso di due forze: la spregiudicata ricerca di innovazione linguistica, e la tensione verso un classicismo da reinterpretare. L’efficace e l’intelligente drammaturgia di Linda Dalisi, l’interpretazione dei quattro bravissimi attori Michelangelo Dalisi, Emanuele Turetta, Matilde Vigna, Giuliana Bianca Vigogna, i costumi moderni di Graziella Pepe, i gesti evocativi e la parola che esplode nel verso incantano il pubblico per ritmo, musicalità e vigore rendendo questo spettacolo potente e imperdibile.
L’ambiente cortigiano, la censura, la lotta tra regola e natura (o tra regole e genio), l’attenzione alle questioni teoriche legate a letteratura e poesia, sono il terreno della crisi della seconda metà del Cinquecento, dove le regole accademiche alzavano un muro intorno alla libertà creativa. Con Aminta, Tasso partecipò a una importante trasformazione dello spazio teatrale e dell’immaginario sociale del suo tempo. Ebbe uno straordinario successo nazionale e internazionale (60 edizioni in 70 anni e traduzioni in francese, spagnolo e inglese) che ebbe riflessi anche in altre espressioni artistiche come la musica e le arti figurative.
“L’amore esiste se non c’è inganno, di conseguenza AMORE non esiste. Il nostro tentativo – afferma Antonio Latella – è quello di lavorare sull’assenza dell’amore e sulla ricerca di esso, prendendo a prestito la grandezza dei versi di Torquato Tasso. Lavorare su questo piccolo teorema è stimolante soprattutto se per avvicinarsi ad esso si scelgono i versi, la loro spinta evocativa inarrestabile. È il verso che si fa dardo e la parola che si fa esperimento stimolando una trasparenza della regia; vorrei provare ad essere fuori dal gioco, non stabilire regole ma seguire regole che non vengono decise da me ma da chi ha scritto. Penso a una regia che si affidi all’estetica stilistica della lingua, capace di una vertiginosa verticalità, piena di senso e non di analisi; un nuovo territorio di ricerca. Aminta di Torquato Tasso è un dramma pastorale che racconta le vicende del pastore Aminta e del suo amore per la ninfa Silvia. Il nome greco Amyntas deriva dal verbo greco amynein, “difendere, proteggere”, traducibile con “colui che protegge”; in latino, Amyntor. Proteggere cosa? Proteggersi da chi? Difendersi? Difendere una forza creativa al punto da negarla, negare l’amore perché possa riprodursi in fonte di ispirazione assoluta, lontana dalla storiella dell’innamorato non corrisposto”.
Le scene dello spettacolo sono di Giuseppe Stellato, musiche e suono di Franco Visioli, luci di Simone De Angelis, i movimenti sono curati da Francesco Manetti.
Per informazioni: biglietteria del teatro 0722 2281. Inizio spettacolo ore 21.