Più 0,3 per cento nel primo trimestre del 2019. L’avvio dell’anno conferma un trend positivo (più 0,4 per cento nel 2018) per le imprese del Piceno per quanto riguarda il saldo fra le imprese che hanno aperto i battenti e quelle che hanno chiuso. “Valutiamo con interesse – è il commento di Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli, sia il dato positivo complessivo che quello di alcuni comparti che da sempre danno un’indicazione generale sullo stato di salute dell’intera economia del territorio, ovvero la meccanica e l’edilizia. E sono entrambi comparti in crescita. Ma la sfida per il 2019 sarà ora più che mai concentrata su due fronti: primo, la tenuta nel tempo delle neoimprese iscritte in Camera di commercio; secondo la ricaduta che questo dato positivo avrà sull’occupazione. E perché ciò avvenga è fondamentale rinforzare le politiche di sostegno all’innovazione che, al momento, sono le uniche in grado di garantire alle aziende, soprattutto a quelle più giovani, durata nel tempo e possibilità di ampliare l’organico aziendale con nuove assunzioni”.
Trend di aziende in leggera ma finalmente costante crescita, dunque, e settori strategici che danno segni di vitalità. Così come indicano i dati che il Centro studi della Cna regionale delle Marche ha elaborato per la Cna Picena a consuntivo del 2018. Ovvero, fra tutti, più 0,9 per cento di imprese attive nel settore della manifattura e più 0,7 per cento per quanto riguarda il comparto delle costruzioni.
Per la Cna provinciale il dato della meccanica e della manifattura in generale merita la massima attenzione. In 10 anni, infatti, le imprese del settore sono diminuite di oltre il 10 per cento, ma analizzando il dato del 2018 e quello previsionale del 2019, si può ipotizzare – oltre a una leggera ripresa del numero delle imprese – soprattutto una crescita – stimata nel 5,2 per cento, dell’occupazione proprio in questo comparto. “Come evidenziano i dati del nostro Centro studi – prosegue Balloni – potenziamento aziendale e innovazione restano la chiave per il futuro. Non a caso le imprese della meccanica e della manifattura che hanno resistito agli impatti devastanti della crisi e, a seguire del terremoto, hanno incrementato mediamente il loro organico da 7 a 10 dipendenti per ogni azienda. Un dato, questo fortemente impattante su tutto il capitolo occupazione del nostro territorio”.