Dopo un’assenza di tre anni, Castorano torna a proporsi ai propri cittadini e ai turisti con una manifestazione che si presenta come “differente” rispetto alle altre feste dell’estate. Nel gruppetto di case raccolte da sempre attorno alla chiesa e alla torre pentagonale, artisti e artigiani allestiscono, nei locali predisposti dagli organizzatori, la Pro Loco di Castorano e l’Associazione “Padre Carlo Orazi”, in quelle che un tempo erano le antiche “botteghe” artigianali che animavano la vita della cittadina, le mostre delle loro opere.
In un’atmosfera rilassata, quasi confidenziale, il leggero ticchettio dei fuselli si propaga per le volte dei magazzini di quello che è stato il Palazzo del Governo e scandisce il ritmo del chiacchiericcio soffuso delle merlettaie mentre, poco distante, sul monitor di un pc scorrono le immagini delle fasi della progettazione di oggetti di un nuovo artigianato. Lungo la rua che taglia il borgo storico, un tempo vero centro di vita sociale, si susseguono mostre fotografiche e si espongono alimenti prodotti con farine di grani antichi che la pazienza e l’ostinazione dei giovani agricoltori del luogo hanno riproposto. Un posto speciale nel cuore della cittadina e dei suoi abitanti anche quest’anno occupano i ragazzi del Centro di Integrazione Sociale di Pagliare del Tronto con le loro opere.
Un’occasione davvero particolare per vivere appieno l’antico borgo e farlo fino a sera inoltrata grazie agli stand gastronomici e alla possibilità di gustare una birra prodotta secondo antiche ricette dei monaci Norbertini dell’abbazia di Westerloo (Belgio).
Dai due belvedere, da dove lo sguardo può spaziare per tutta la valle che va dai Sibillini alla Maiella e da cui possono distinguersi nettamente la piramide del Vettore e le asperità del Gran Sasso, Castorano si racconta e si predispone ad ascoltare il racconto di sé di un giovane poeta ascolano e quello dei gruppi musicali che si esibiranno dalla piazzetta in un’atmosfera che invita a lasciarsi convincere a riscoprire il piacere di “perdere tempo” e a riprendersi il proprio tempo.