La vicaria di Offida e della Vallata del Tronto è relativamente recente; qualche anno fa, infatti, le due comunità erano distinte.

«Originariamente erano due vicarie – spiega il responsabile don Giuseppe Capecci – quella di Offida, con le comunità di Castorano, Ripaberarda e Appignano del Tronto e quella della Vallata. Poi, con Monsignor Giovanni D’Ercole, fu fatta una revisione della vicaria e oggi i comuni della vicaria di Offida si uniscono a quelli della Vallata, che sono Castel di Lama, Villa S. Antonio, Colli del Tronto, Villa San Giuseppe con la zona di San Silvestro di Castorano, Castorano, Monsampolo, Stella di Monsampolo, Spinetoli e Pagliare».

Una vicaria che racchiude caratteristiche territoriali e socioeconomiche diverse. «La Vallata ha un’attività agricola prevalentemente vivaistica – spiega il vicario – e un’attività industriale, che ultimamente attraversa serie difficoltà: le multinazionali, infatti, spesso alternano grandi assunzioni a licenziamenti o trasferimenti e questo crea instabilità nella vita delle persone. Dall’altra parte, c’è la Vallata del Tesino: lì la situazione è un po’ diversa, piccole e medie imprese che funzionano bene e un’attività agricola abbastanza fiorente».

Qui il cammino sinodale ha contribuito a rinverdire la vita delle parrocchie. «Le parrocchie hanno iniziato ad aprirsi di più sui territori – aggiunge don Giuseppe – e a stare di più tra le persone. Spero che questa attività di ascolto continui, perché ci aiuta non solo per il cammino di annuncio della fede e della buona novella, ma perché parliamo ai bisogni veri della persona umana».

Nella vicaria di Offida e della Vallata del Tronto il rapporto con le amministrazioni comunali è di dialogo e di attenzione di uno vero l’altro. «Sì, è così – conclude don Giuseppe Capecci – proprio perché parliamo alle stesse persone, credenti o meno, con bagagli culturali diversi. Occorre, infatti, questa accoglienza fatta di integrazione e cammino insieme, dove nessuno deve sentirsi estraneo alla vita della comunità».